Welfare

Non di sola amnistia si esce dall’inferno

Carcere. Di fronte all’emergenza si riapre il dibattito politico / La scossa pro clemenza di Mastella arriva in un momento propizio. All’orizzonte non ci sono scadenze elettorali. Ma non è un’assicur

di Redazione

Mai come oggi intorno all?amnistia si respira un clima favorevole. Con il referendum del 25 giugno si chiuderà una serratissima stagione elettorale. All?orizzonte si profila un anno a nervi distesi. Azzeccata la tabella di marcia del ministro Mastella: lanciare il tema ai blocchi di partenza della legislatura è stata una scelta felice. Lo riconoscono gli esperti del settore. Stefano Anastasia, presidente della Conferenza nazionale volontariato e giustizia: « è il momento migliore». «Finalmente si è chiusa la parentesi dei ricatti elettoralistici», gli fa eco Franco Corleone, garante per i detenuti a Firenze. Politici: fidarsi o no? A chi obietta che in fondo le forze politiche sono rimaste sulle medesime posizioni del flop seguito alla marcia di Natale, il sottosegretario con delega alle carceri Luigi Manconi ribatte: «Non mi sembra proprio: Bossi si è dichiarato favorevole e anche dentro An noto che la posizione pro amnistia di Alemanno sta raccogliendo consensi». A livello parlamentare però «la partita è tutta da giocare», osserva Sergio Segio del Gruppo Abele di Milano. Sulla carta l?unico niet ?senza se e senza ma? è quello di Antonio Di Pietro («Mastella pensi ai processi»). Fra i maldipancia di alcuni esponenti dei Ds (primo fra tutti Gerardo D?Ambrosio) e il sì condizionato di Forza Italia (il partito di Berlusconi pretenderebbe l?estensione del provvedimento ai reati finanziari e l?intoccabilità delle leggi sulla giustizia), la strada per arrivare alla maggioranza dei 2/3 in Parlamento continua a essere in salita. Non si spaventa Corleone, secondo il quale il gioco vale la candela. «Approvare l?amnistia in tempi rapidi permetterà di riportare l?affollamento delle carceri a un livello legale (oggi a fronte di una capienza regolamentare di 41.470 posti si contano oltre 61.500 detenuti) consentendo così i lavori di ristrutturazione dei penitenziari». Questa la via maestra. Attorcigliarsi però sulla proposta Mastella sarebbe un autogol. Osserva Segio: «Non possiamo abbandonare il tema di un carcere umano al mercato delle vacche della politica. Il volontariato, le associazioni e la società civile tutta devono necessariamente inserirsi in un processo più vasto che coinvolga il carcere, ma anche il ?dopo carcere?». Una sorta di piano Marshall. Come quello invocato dal Provveditore delle carceri lombarde, Luigi Pagano: «Gli enti locali, le Regioni e il volontariato sono un?interfaccia sociale sempre più necessaria». Le tre norme da riformare «Nessuno di noi è tanto sprovveduto da pensare che l?amnistia sia una bacchetta magica. Da sola non basta», confida a Vita Manconi. Una dichiarazione che mette nel mirino tre leggi riempi-carcere approvate nella scorsa legislatura. Clemenza o non clemenza, il governo Prodi è comunque orientato a modificare la Bossi-Fini sull?immigrazione, la Fini-Giovanardi sulle dipendenze e l?ex Cirielli sulla recidiva. Provvedimenti che avrebbero un impatto devastante su un sistema ormai allo stremo. Nel solo 2005 sono stati 9.619 gli ingressi in carcere per l?esclusiva violazione delle norme sull?espulsione, senza quindi aver commesso nessun altro reato. Corleone ritiene che entro l?anno «saranno 4/5mila le persone detenute per effetto della nuova legge sulle droghe». Difficile invece quantificare gli effetti della stretta imposta dalla ex Cirielli. Nel corso dell?acceso dibattito che ha preceduto il via libera al provvedimento alcune stime parlavano di 15/20 mila nuovi ingressi. «Il depotenziamento di queste norme avrebbe gli effetti di una piccola amnistia», chiosa Manconi. Si tratterebbe in questo caso di un vero e proprio colpo di spugna, che avrebbe un indubbio effetto salvagente, ma che altrettanto inevitabilmente scatenerebbe una levata di scudi da parte dell?opposizione. Un nuovo ordinamento In un dibattito pacato avrebbe più chance l?approvazione della proposta di legge 6164, denominata «Nuovo ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle pene e delle misure privative o limitative della libertà», presentata alla Camera il 3 novembre 2005 su iniziativa di venti parlamentari appartenenti a tutte le sigle del centrosinistra e appena riproposta proprio nel primo giorno della nuova legislatura. Il progetto, firmato dal presidente della Fondazione Michelucci ed ex direttore del Dap, Alessandro Margara, ben illustrato nell?intervista al magistrato Francesco Maisto, costituisce una vera e propria legge quadro che avrebbe il merito di uniformare la legislazione penitenziaria in modo da rendere effettivamente applicabili tutta una serie di norme già esistenti, che quindi non andrebbero nemmeno a scalfire gli equilibri interni alla Casa delle libertà.


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